Si può costruire una città basata su Bitcoin? Per il presidente dello Stato di El Salvador, Nayib Bukele, sì. Il governo del Paese centroamericano ha annunciato la costruzione di una città-paradiso fiscale in cui i residenti non pagheranno alcuna tassa sui redditi, sulle plusvalenze e sulle proprietà.
In quella che è stata già nominata la “Bitcoin City” vigerà solamente un 10% di IVA sull’acquisto di beni e servizi.
Come verrà finanziata? Con i cosiddetti “Bitcoin Bond“, ovvero titoli di debito che verranno emessi dallo Stato salvadoregno a marzo 2022 e il cui ricavato sarà utilizzato in due modi: il 50% verrà utilizzato per avviare la costruzione delle prime infrastrutture cittadine e il restante 50% verrà investito in bitcoin.
Saranno emesse 10 obbligazioni decennali del valore di 1 miliardo di dollari l’una. L’interesse annuo sarà del 6,5% e a chi investirà almeno 100.000 dollari verrà assegnata la cittadinanza salvadoregna.
Inoltre, se il prezzo di bitcoin sarà aumentato dopo 5 anni, il 50% degli utili verrà redistribuito agli obbligazionisti in forma di dividendo. In caso di diminuzione di prezzo, lo Stato ha dichiarato che si farà carico delle perdite.
E’ ancora presto per capire se quello di El Salvador sia un progetto concreto che ridisegnerà gli schemi geopolitici internazionali oppure più un’idea di marketing per rivolgere verso il presidente Bukele – che certo non disprezza il protagonismo – i riflettori globali.
Ciò che è certo è che si tratta del primo tentativo in assoluto di creare un’economia, seppur in scala ridotta, interamente basata su Bitcoin: una singolarità i cui sviluppi verranno osservati attentamente dal mondo intero.
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