I prezzi aumentano: fare rifornimento, spesa e acquisti di prima necessità sta diventando sempre più costoso. L’Istat ha certificato che a novembre l’inflazione in Italia ha raggiunto il 3,8%. Ce la passiamo comunque meglio dell’Eurozona, dove i prezzi salgono del 4,9%, e soprattutto degli Stati Uniti: +6,2%.
I vertici delle banche centrali, che fino a poche settimane fa sminuivano il fenomeno definendolo “transitorio”, ora stanno scoprendo le carte: Jerome Powell, il capo della Fed – la banca centrale statunitense -, ha detto che “non si può essere sicuri” che l’inflazione rientrerà “entro la metà del prossimo anno”.
Gli economisti attribuiscono le cause del rialzo dei prezzi alla carenza di materie prime dovuta alla ripresa post-lockdown e alle politiche espansive delle banche centrali: in pratica, troppo denaro stampato. Basti pensare che il 40% di tutti i dollari esistenti è stato immesso nel mercato solamente negli ultimi 18 mesi.

Come difendersi da tutto ciò?
Storicamente il bene rifugio per eccellenza è sempre stato l’oro, soprattutto per via della sua scarsità: estrarlo è complesso e costa grandi risorse, perciò quello già in circolazione tende a preservare il suo valore.

Oggi c’è un’alternativa, inesistente fino a pochi anni fa.
Bitcoin è il primo bene digitale scarso e in futuro sarà persino finito: non esisteranno mai più di 21 milioni di bitcoin e il 90% di questi è già stato estratto. Con quasi 13 anni di vita, la più importante criptovaluta ha già dimostrato di essere inviolabile, incensurabile, trasparente e decentralizzata. Fonda cioè la sua sicurezza sulla matematica e non è controllabile da nessun soggetto singolo.

Bitcoin promette di diventare una vera e propria alternativa al sistema economico tradizionale perché è scollegato da banche e mercati finanziari: rappresenta perciò una fonte di diversificazione in caso di nuove crisi economiche. Inoltre il suo tasso di crescita composto annuale nell’ultimo decennio è del 196,7%, un dato ineguagliato nella storia della finanza.
La volatilità, tipica di un bene ancora molto giovane – oggi Bitcoin ha gli stessi utenti che aveva Internet nel 1998 – non lo rende ancora una moneta di scambio conveniente in Europa. Per proteggere i propri risparmi in un’ottica di lungo periodo, tuttavia, potrebbe rivelarsi ben più efficace dell’oro e, soprattutto, non implicherebbe il doversi fidare delle banche e dello Stato.

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