Nuove modalità di controllo improntate sui social network: ecco quali sono i casi.
L’Italia si adegua agli standard messi in atto da diversi Paesi.
La nuova manovra economica predispone una stretta collaborazione tra l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza attribuendo poteri più ampi volti alla lotta contro “il nero”.
Tra i nuovi (e stravaganti!) poteri merita menzione il controllo dei profili social dei contribuenti come, ad esempio, Facebook e Instagram.
Tali controlli sono rivolti ad arginare il fenomeno dell’evasione fiscale.
Si tratta delle c.d. “fonti aperte” che, secondo quanto predisposto dalla circolare n. 1/2018 del 2017 della GdF, sono elementi utili non risultanti dalle banche dati bensì da articoli di stampa, internet e social network, al fine di ricostruire al meglio la posizione dei contribuenti.
Ma come viene attuata questa nuova forma di controllo?
Il Fisco metterà a confronto la situazione reddituale e patrimoniale del contribuente con il tenore di vita esibito sui social network mediante un confronto tra le dichiarazioni e le foto pubblicate sui social; successivamente, all’esito del confronto, qualora dovesse sorgere il sospetto di talune incoerenze, il Fisco potrebbe dare il via all’accertamento fiscale vero e proprio.
In definitiva, mostrare la propria vita privata sui social (spesso esagerando anche un po’!) potrebbe essere un arma a doppio taglio per i contribuenti.