Mi ha sconvolto la notizia del suicidio dell’imprenditore di Napoli, attanagliato dalle preoccupazioni e dalle difficoltà della crisi economica, che, in questi mesi di STOP da Covid-19, non aveva risparmiato la sua impresa e i suoi dipendenti.
Quella dell’imprenditore Antonio Nogara è solo una delle tante storie dal tragico epilogo di queste ultime settimane, in cui imprenditori e più in generale i lavoratori Autonomi e a Partita Iva, nonché dipendenti hanno dovuto fare i conti con gli effetti devastanti e non prevedibili del BLOCCO TOTALE delle attività e della produzione.
I dati dei suicidi sono davvero impietosi:
36 dall’inizio dell’anno e 21 nelle settimane di lockdown, di cui 16 solo nel mese di aprile.
Nessuno ne parla…..si tratta di una STRAGE SILENZIOSA!
La disoccupazione per la quarantena, il lockdown e, soprattutto, i contraccolpi di una Politica economica sbagliata hanno devastato economicamente e psicologicamente, umiliato e calpestato la nostra categoria, ormai ridotta allo stremo.
Questi numeri sottolineano, ancora una volta, la necessità di intervenire con misure CONCRETE ed EFFICACI a sostegno dell’imprenditoria e dei lavoratori Autonomi e a Partita Iva.
Occorrono politiche economiche più strutturate, capaci di guardare, in modo particolare, alle imprese.
Oggi più che mai, questa esigenza diventa stringente per far ripartire l’economia.
Il previsto finanziamento, fino a 25.000,00 euro, garantito dallo Stato è una presa in giro, un’odissea fatta di tempi lunghissimi e tanta, tanta, troppa BUROCRAZIA, creata artatamente per porre ostacoli e scoraggiare gli imprenditori!
Con l’apposito decreto, il Governo ha fatto scelte ben precise:
– avrebbe potuto annullare i carichi fiscali e contributivi ma, invece, ha preferito coinvolgere il sistema bancario;
– avrebbe potuto dettare misure di semplificazione burocratica e invece ha lasciato autonomia alle Banche, confidando in un atto “d’amore”, affinché si adoperino ad elargire i prestiti richiesti, in breve tempo agli imprenditori bisognosi!
Ebbene, la capacità di governare, soprattutto in EMERGENZA, implica la NECESSITÀ di saperi imporre….dettando regole ben precise, evitando che i cittadini debbano trovarsi in balia di mille cavilli.
Le Banche richiedono, infatti, ben 12 adempimenti, che implicano, almeno, altre sette documentazioni aggiuntive.
Proviamo ad esaminare insieme il labirinto di carte e di adempimenti che vengono richiesti.
Si comincia chiedendo la copia degli ultimi due bilanci completi di nota integrativa, verbale di approvazione, ricevuta di deposito e dettaglio delle voci «crediti» e «debiti» commerciali e diversi.
Subito dopo, giustamente, si chiede il bilancio provvisorio al 31.12.2019 sotto forma di stato patrimoniale e conto economico.
Si chiede, altresì, di produrre il Durf, il Durc e il DM10.
E ancora la situazione aggiornata degli affidamenti in essere con altri istituti creditizi, completa di piani di ammortamento e indicazione di eventuali moratorie già concesse e il dettaglio dei debiti tributari e documentazione attestante e eventuale concessione da parte dell’Erario di moratorie e rateizzazioni.
Poi vengono richieste una serie di autodichiarazioni da parte dell’impresa e si comincia dalla «liquidità disponibile» ovvero cassa e importo fidi non totalmente utilizzati (anche presso altri istituti) per poi finire alla quantificazione dei ricavi ripartiti su base mensile aprile-dicembre 2020, relativi a fatture emesse prima dell’interruzione attività.
Viene richiesta la previsione dei costi da sostenere su base mensile aprile-dicembre 2020, dettagliata per: a) materie prime, sussidiarie e di consumo;
b) servizi; godimento beni di terzi; stipendi e costi del personale;
c) spese e oneri diversi di gestione inclusi oneri finanziari (impegni finanziari su cui non è stata richiesta la sospensione).
La lista delle autocertificazioni non è terminata, ma preferisco non andare oltre, quanto sin qui riportato rende bene l’idea della presa in giro!
Una Srl, che oggi non sa nemmeno se riuscirà a riaprire i battenti, non potrà mai fornire alla banca previsioni per il 2020 che, per altro, se si rivelassero fallaci potrebbero avere anche conseguenze penali!
Stiamo assistendo a un teatrino.
La colpa non è solo delle Banche, le quali, cercano di tutelarsi ( il problema è che lo fanno OLTREMODO)…..ma del Governo che ormai comunica solo con SPOT e che di fatto non sta facendo niente per aiutare la nostra categoria.
A questo punto, lancio una provocazione sulle c.d. morti silenziose:
piuttosto che parlare di suicidi, non sarebbe più corretto qualificarle “omicidi”?
Abbiamo il movente: mancanza di denaro e interesse a scoraggiare la richiesta di prestiti;
abbiamo l’esecutore materiale: le Banche
e abbiamo l’autore mediato: lo Stato.
Lascio a ciascuno dei lettori la conclusione!