I 10 punti del Programma

Indice del Programma

Programma dell'Associazione AUTONOMI E PARTITE IVA

Il nome dell’Associazione “Noi Autonomi e Partite Iva” si riferisce a tutte le attività svolte in libera iniziativa, di qualsiasi dimensione e di ogni settore.
Di seguito, per brevità, gli Autonomi e Partite Iva verranno identificati con la sigla di A.P.I.

Noi Autonomi e Partite Iva è un movimento culturale, politico e sostenitore dei Diritti Umani dell'ONU e della UE.

Culturale: perché è necessario che si comprenda che gli A.P.I. sono l’unico vero motore della ripresa e che va, quindi, aiutata e incentivata la libera iniziativa quale principale forma di sviluppo, benessere sociale e creazione di occupazione. La cultura degli ultimi 70 anni della centralità del lavoro dipendente e del welfare – trascurando (o dando solo le briciole) alle imprese- sta producendo effetti disastrosi. Nel periodo Covid l’iniquità del supporto dello Stato al lavoro dipendente (cassa integrazione e svariate misure di sostegno) rispetto all’obolo di 600 € alle Partite Iva, fa comprendere la discriminazione delle A.P.I.

Politico: perché è necessario che il corpo sociale degli A.P.I.- che conoscono i problemi, vivendoli sulla propria pelle- si autorapprensenti (sbarcando,
quindi, con questo specifico obiettivo in Parlamento) e non affidi ad altri le decisioni che incidono sulla loro sorte. Ed infatti oggi solo pochi degli attuali governanti conoscono in prima persona le difficoltà e le necessità degli A.P.I.

Il PROGRAMMA dell’Associazione NOI AUTONOMI E PARTITE IVA, è fondato su:

  • DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
  • CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA
  • COSTITUZIONE ITALIANA

Il programma è diviso in 10 punti, che a loro volta si suddividono in sottopunti.

La realizzazione del programma determinerà delle voci attive di bilancio (dello Stato) derivanti dalla fecondità ripetuta (pluriennale) degli investimenti (si considera moltiplicatore 5 e acceleratore 10). Le citate voci attive porteranno la copertura delle voci passive del bilancio, create con gli investimenti necessari di cui al presente programma nonché con lo stralcio dei crediti del risanamento equitativo. E’ inoltre necessaria una interpretazione estensiva dell’art. 81 della
Costituzione (attualmente interpretato dalla Ragioneria dello Stato in modo rigido e sfavorevole per la ripresa dell’economia italiana).

Indice del Programma

1. Il risanamento equitativo

Questo punto del nostro programma rappresenta la grande innovazione rispetto qualsiasi altro partito. Gli A.P.I. “sani” aiutano quelli in difficoltà, ricevendo contestuali benefici. Si tratta quindi di una soluzione che non genera forme di diseguaglianza; ecco perché si parla di risanamento equitativo.

Essendo un punto articolato in più fasi si richiama il documento allegato denominato “Il progetto del risanamento equitativo”.

In sintesi il nostro Programma prevede:

  • La possibilità dei debitori verso lo Stato di liberarsi pagando il 30%;
  • La possibilità per tutte le imprese- anche quelle virtuose (ossia prive di debiti verso lo Stato) – di acquistare i crediti pagandoli al 30% del loro valore ed usufruendo poi di credito di imposta del valore originario integrale del credito da utilizzarsi in 10-15 anni. Questo punto elimina la stortura tipica dei classici condoni (percepiti come un premio solo per i debitori) perché realizza benefici per tutti indistintamente.
  • Possibilità di rivendere a terzi il credito di imposta acquistato anche ad un prezzo superiore di quello di acquisto.
  • Incassi immediati per lo Stato di 300 miliardi di euro da utilizzare per il rilancio del Paese e per rimettere in moto l’economia.

2. Eliminazione delle zavorre alle Partite IVA e Autonomi

La pressione totale fiscale italiana per le A.P.I. è del 68,6%, mentre la media UE è del 44,2% e quella mondiale è del 47,8%. Lo Stato utilizza l’imposizione per contrastare il disavanzo derivante per lo più dagli interessi dell’indebitamento e dai costi della PA. L’evasione è certamente collegata anche al percepimento dell’iniquità dell’imposta. Inoltre l’eccessiva tassazione diventa demotivante e priva le aziende di risorse che sarebbero utilizzate in investimenti e nuove assunzioni. Oltre l’eccessiva tassazione, ci sono una serie di altre zavorre che il nostro Programma vuole eliminare o almeno ridurre per dare nuova linfa vitale al sistema imprenditoriale.

Per dare impulso allo sviluppo degli Autonomi e partite Iva – e quindi per creare
occupazione- il nostro Programma prevede:

FLAT TAX - un sistema fiscale basato su tre aliquote:

  • per le Piccole Partite IVA (con fatturato annuo fino a € 100.000,00): abolizione
    totale della tassazione;
  • per le Partite IVA con fatturato annuo fino a € 350.000,00 (Micro-Imprese ex
    art. 2435 ter c.c.): tassazione pari all’1% del fatturato;
  • per gli altri Autonomi e Partite IVA FLAT TAX al 20% sull’imponibile.

Eliminazione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori per tutti i Ccnl (anche del pubblico impiego)

Semplificazione burocratica

Il nostro programma prevede la riduzione di oneri ed adempimenti e la limitazione delle certificazioni solo laddove non siano sostituibili con le autocertificazioni. Prevede altresì la digitalizzazione delle banche dati e dei vari processi, anche attraverso il supporto del lavoro socialmente utile.

Aumento delle soglie per l’organo di controllo e revisore delle Srl

L’organo di controllo ha un costo non indifferente, motivo per cui va eliminato per le micro e piccole imprese. Il nostro Programma prevede che l’obbligo dell’organo di controllo scatti solo quando si hanno i parametri della media e grande impresa (così come individuate dal Decreto Ministeriale 18 aprile 2005) e quindi con i parametri della terza colonna della tabella qui allegata (attualmente scatta con i parametri della seconda colonna).

3. RISTABILIRE la FIDUCIA tra CITTADINI e P.A.

La pubblica amministrazione dovrebbe essere un supporto alle Partite Iva e Autonomi, anche perché la P.A. è mantenuta dalle tasse che questi versano (anche attraverso le ritenute alla fonte dei loro dipendenti). Il rapporto dovrebbe quindi essere di servizio, di collaborazione. Il contribuente deve riuscire a vedere la P.A. non più in ottica di mantenimento e con l’attuale sfiducia. Purtroppo sono molte situazioni che pregiudicano questo risultato e il nostro Programma è proteso a migliorare l’elemento fiduciario.

Il nostro Programma prevede questi punti, per ristabilire il rapporto fiduciario
con i contribuenti:

Compensazione debiti e crediti

Noi proponiamo che sia per legge sempre prevista la possibilità di operare la compensazione di un credito con la PA, con qualsivoglia tipologia di debito verso la PA.

La ratio: non è ammissibile che se un contribuente è contemporaneamente a credito e a debito con lo Stato, sia valorizzata solo la sua posizione di debitore per perseguitarlo. Sono noti infatti casi di imprese addirittura fallite nonostante forti posizioni creditorie nei confronti dello Stato che non pagava.

Costituzionalizzazione dei diritti del contribuente

Il nostro Programma prevede che i principi dello Statuto dei Diritti del Contribuente assurgano a rango costituzionale o comunque che per legge sia previsto che il mancato rispetto di tali principi renda insanabilmente nullo l’atto della PA.
La ratio: : Spesso i principi dello Statuto restano lettera morta. Infatti chi ha avuto un accertamento o un contenzioso tributario sa che sono enunciazioni più formali che sostanziali. Bisogna quindi prevedere una conseguenza grave per la violazione dei principi

Sanzioni per il mancato rispetto dei tempi di risposta

Il nostro Programma prevede che i principi dello Statuto dei Diritti del Contribuente assurgano a rango costituzionale o comunque che per legge sia previsto che il mancato rispetto di tali principi renda insanabilmente nullo l’atto della PA.

La ratio: Spesso il cittadino che si rivolge per una pratica alla P.A. inizia una lunga odissea, fatta di rimbalzi da un ufficio all’altro e da proroghe.
Pertanto- posto che tutte le procedure debbono essere semplificate e ridotte al massimo- quelle che residuano devono avere riferimenti, responsabili e tempi certi. In buona sostanza l’omesso svolgimento di un incarico nei tempi prefissati non deve restare un problema dei cittadini.

Riduzione dei dipendenti della P.A. a parametri europei

Limiti alla discrezionalità nell’autotutela

La buona fede e la correttezza dell’Ente devono prevalere sulla mera discrezionalità.
Il nostro Programma prevede, nel caso in cui i contribuenti non impugnino nei termini delle cartelle esattoriali ma queste siano evidentemente frutto di errori della P.A., 8 debbano essere annullate senza che la P.A. possa rifiutarsi eccependo la propria discrezionalità.

La ratio: I contribuenti meno accorti talvolta lasciano scadere i termini di impugnazione delle cartelle esattoriali senza sapere che la pretesa diventa definitiva ed ha valore di titolo esecutivo. Tuttavia capita che in realtà tali cartelle contengono grossolani ed evidenti errori, per cui la pretesa dello Stato è chiaramente indebita.
Tuttavia a termini scaduti possono essere annullate solo dalla P.A. in sede di autotutela. In tali casi è frequente che la P.A. si rifiuti di annullare, facendosi forza sul fatto che ormai il contribuente non possa fare nulla per evitare di pagare le somme.
Il principio della buona fede della P.A. deve essere tale da impedire che la discrezionalità si spinga al punto di rifiutare l’annullamento di un atto che contiene un errore evidente.

4. Supporto alla competitività dei prodotti italiani: deroghe al CCNL

E’ noto che l’Italia non è competitiva con molti altri Paesi per quei prodotti o servizi per i quali il costo del lavoro ha una forte incidenza. Ed infatti in Italia il costo del lavoro è elevatissimo, non tanto per il CCNL ma soprattutto per la tassazione e la contribuzione che grava sull’impresa. Il taglio del cuneo fiscale – provvedimento chiaramente auspicabilenecessita tuttavia di coperture improbabili da trovare.

Il nostro Programma prevede che lo Stato lasci la libertà ai lavoratori di scegliere se rinunciare ad una piccola quota del CCNL -e comunque mai superiore al 20% – limitatamente a quelle attività e settori in declino che verrebbero individuate con 9 apposito Decreto e a tutti gli A.P.I. con fatturato inferiore a € 2.000.000 annui (limite della micro impresa in Europa).

La ratio: La competitività del prodotto italiano sarebbe agevolata sia dalla riduzione della tassazione derivante dalla Flat Tax sia da questa riduzione del costo del lavoro (previo accordo con il lavoratore). Questo aumenterebbe la possibilità di tenuta di settori attualmente a rischio.

5. Sgravare il contenzioso tributario e velocizzare il recupero dello Stato

Una buona parte del contenzioso viene risolta con transazioni tra le parti. Ciò tuttavia non può accadere quando alla controparte è la Pubblica Amministrazione, che ha quindi strascichi lunghissimi e molto costosi sia per la PA che per il contribuente. Ciò non solo carica la giustizia di una mole immensa di lavoro-e quindi di costi che vengono pagati con l’imposizione fiscale di tutti!- ma spesso, al momento della sentenza definitiva, il contribuente è già fallito, è deceduto, è incapiente ecc.

Il nostro Programma prevede di stabilire per legge che i dirigenti dei vari Enti abbiano
l’autonomia di chiudere i contenziosi con i contribuenti anche con transazioni, soprattutto
laddove vi sia una proposta in tale senso del Giudice/Collegio.

6. Convertire l’assistenzialismo in lavori socialmente utili

In questo momento una buona parte delle risorse sono utilizzate per forme di assistenzialismo. A partire dal reddito di cittadinanza ma anche la CIGS, che -tra un escamotage e l’altro – consente di percepire reddito senza lavorare anche un numero spropositato di anni, perfino ad azienda chiusa da un pezzo. Poi c’è la NASPI. Tutte queste forme di sostegno sono apprezzabili per aiutare chi è in difficoltà ma non si possono trasformare in mantenimento puro.
Il nostro Programma prevede che la comunità– che finanzia con la propria tassazione- riceva una contropartita, in termini di supporto e miglioramento della P.A, con i cd lavori socialmente utili.

Allo stato attuale sono già previsti, a livello formale, i lavori socialmente utili per i
percettori del reddito di cittadinanza ma per sole 8 ore a settimana, con tante deroghe
ed esclusioni e comunque di fatto non si è concretizzato nulla.
Il nostro programma prevede che:

  •  le ore lavorabili siano almeno di 25 a settimana (questo limiterebbe anche la
    possibilità di lavori in nero da parte dei percettori)
  • sia onere del percettore scegliere un lavoro in un elenco di richieste da parte della P.A.
  • il diritto venga perso se si totalizzano un certo numero di assenze ingiustificate.

7. Supporto a giovani o disoccupati per iniziative imprenditoriali

“Regala un pesce e sfamerai un uomo per un giorno, insegnagli a pescare le lo sazierai a vita”.
Questo punto del programma si ricollega a quello sopra. I giovani ed i disoccupati vanno aiutati ad essere inseriti nel mondo del lavoro, anche con proprie iniziative imprenditoriali. Oggi questo è un lusso, perché chi inizia un’attività non solo deve fare investimenti ma è immediatamente tartassato dallo Stato. Quindi, piuttosto che mantenere persone senza che facciano nulla, è meglio dare loro una dignità di un futuro vero. In questo modo dei disoccupati diventeranno potenziali datori di lavoro di altri disoccupati.
Per il supporto a giovani o disoccupati per iniziative imprenditoriali il nostro programma prevede:

Il minimale contributivo per gli artigiani, commercianti, agenti ecc.

  • Piccola partite Iva (fino 100.000 €): abolizione totale minimale Inps
  • Micro Impresa ex art 2435 ter (fino € 350.000) Aliquota Inps 1% su fatturato
Ad oggi chi avvia un’attività di artigiano, commerciante ecc. viene osteggiato sul nascere perché deve pagare circa 4.000 euro all’anno anche se non fatturerà. Lo Stato chiede soldi a prescindere. Quindi da una parte paga persone per non lavorare (reddito di cittadinanza) e dall’altra chiede soldi a chi vuole mettersi in proprio e già deve fare investimenti.

Abolizione Irap per titolari di Piccole Partita Iva e le micro Imprese ex art 2435 ter (fino € 350.000)

Eliminazione Imu e tasi su negozio, ufficio e capannone

Prestito sull’onore di € 10.000 al tasso del 2% restituibile in 5 anni

Agevolare i voucher per i titolari di Piccole Partita Iva e le micro Imprese

Il nostro programma prevede di rendere più agevole l’utilizzo dei voucher, togliendo il limite massimo di 5 dipendenti per poter utilizzare il voucher e una semplificazione delle procedure burocratiche per attivare i voucher (soprattutto 13 per il lavoratore). Ciò darebbe respiro ad alcuni settori, quali ad esempio l’agricoltura.

8. Eliminazione delle storture disincentivanti nel nostro sistema

Nel nostro sistema ci sono storture sconcertanti e sconfortanti che sfociano in situazioni kafkiane e che uccidono alcuni settori dell’economia. Sembra infatti che la Giustizia tuteli i morosi, gli occupanti abusivi ed i furbi. Questo chiaramente scoraggia investimenti in quei settori in cui queste situazioni sono sotto gli occhi di tutti. In Italia la durata media del recupero del credito è di 328 giorni, con Tribunali dove si arriva perfino ad una media di 650 giorni. Stessa problematica anche per un proprietario di casa che incappa in un inquilino che non paga.
Per eliminare queste storture del sistema il nostro Programma prevede:

Banca dati di salvataggio a tutela del buon mercato

Il nostro programma prevede la costituzione di una banca dati liberamente consultabile da cui verificare se una certa società è già stata destinataria di almeno 3 precetti (con esclusione di posizioni debitorie nei confronti della PA). Solo in questo modo la scelta del fornitore di proseguire comunque a sostenere costi per fornire un certo servizio o prodotto sarà libera ed informata.

Agevolare il recupero crediti

Le aziende morose più furbe utilizzano lo strumento dell’opposizione a decreto ingiuntivo per allungare i tempi di anni. E’ sufficiente infatti che l’avvocato si inventi una contestazione qualsiasi per fare guadagnare al cliente tutto il tempo necessario, spesso necessario anche per sparire del tutto! Il nostro programma prevede che il Giudice, laddove verifica che il motivo di opposizione era del tutto inventato e privo di prove e/o sensatezza, condanni anche l’avvocato a risarcire il danno al creditore, qualora questo nelle more del giudizio sia stato privato della possibilità del recupero del proprio credito.

Velocizzare lo sfratto in situazioni di chiara malafede del debitore

Il nostro programma prevede che l’inquilino moroso perda il diritto al termine di grazia se il creditore fornisce prova che vi sono atti incompatibili con l’impossibilità di pagare. Ad esempio se l’inquilino moroso è stato in vacanza o ha acquistato una macchina di lusso oppure se la situazione reddituale gli avrebbe ragionevolmente permesso almeno un pagamento parziale, che non vi è stato.

Contrastare il fenomeno dell’occupazione abusiva

Le Forze dell’Ordine sono impotenti di fronte all’occupazione abusiva. I proprietari che vengono privati del proprio immobile iniziano una lunga odissea e si vedono spesso costretti anche a pagare le utenze degli occupanti abusivi nonché ingenti costi di spese legali. Il nostro programma prevede che chi subisce un’occupazione abusiva abbia diritto ad un intervento immediato delle Forze dell’Ordine, a cambiare la serratura 15 (offrendo la restituzione dei beni dell’occupante) ed abbia altresì diritto a staccare le utenze. Ciò vale anche per l’occupazione abusiva delle case popolari.

9. Eliminazione di norme inique o prive di senso

Questo punto del programma raduna questioni etorogenee, accumunate solo dall’essere poco logiche e/o inique

Il nostro Programma prevede di intervenire e modificare le seguenti norme:

Riforma del contratto a t. determinato

A seguito del Decreto Dignità l’imprenditore che, dopo 12 mesi di contratto con un lavoratore a termine, voglia proseguire con il proprio dipendente può farlo solo se specifica e dimostra quali sono gli incrementi temporanei, significativi e non programmabili. E’ una norma molto insidiosa, che richiede presupposti al limite dell’impossibile e di difficile comprensione. Questa legge in sostanza è percepita dal tessuto imprenditoriale come una trappola (si consideri che se la causale non convince il Giudice, l’impresa subisce un contraccolpo economico che mediamente va dai 50.000 ai 100.000 €). Il nostro programma prevede di modificare la norma di modo che sia possibile ricorrere al tempo determinato senza causale per 36 mesi.

Abolizione solidarietà di tassa di registro tra debitore e creditore nel decreto ingiuntivo

Quando il procedimento di recupero credito si definisce, se il debitore non paga nonostante la decisione favorevole al creditore, questo si trova privo dell’incasso, gravato delle spese legali ed a tutto questo lo Stato aggiunge la solidarietà della tassa di registro. In pratica lo Stato chiede al creditore che non ha incassato niente di pagare la tassa di registro. Il nostro programma prevede l’abolizione della solidarietà. La tassa di registro deve restare in capo solo al debitore, senza possibilità che lo Stato la chieda in via alternativa al creditore.

Semplificazione nel mettere a perdita un credito

La procedura per mettere a perdita un credito è una vera Odissea. Infatti se il creditore vuole evitare di pagare la tassazione sulla fattura rimasta impagata è costretto ad andare avanti per anni, sino al fallimento del debitore o sino a pignoramenti infruttuosi. Il nostro programma prevede di introdurre una norma che permetta la possibilità per un creditore di mettere a perdita subito dopo il decreto ingiuntivo, con la semplice lettera dell’avvocato che evidenzi l’improbabilità di recuperare il credito proseguendo nell’azione esecutiva.

Trasparenza di comunicazione per il fideiussore

E’ frequente che un amministratore di una società rilasci ad una banca, senza neanche accorgersene, delle garanzie a titolo personale con tutto il suo patrimonio. Si tratta 17 spesso di clausole inserite in ampia mole di documenti scritti in modo tecnico e fitto, di guisa che vengono firmati senza reale attenzione e/o comprensione sul contenuto. Il nostro programma prevede che queste clausole debbano per legge essere scritte di pugno da parte di chi si assume un onere tanto gravoso e che consistano in una frase semplice e comprensibile all’uomo medio.

Possibilità di apertura del conto corrente anche per soggetto fallito

Nessuna banca in Italia accetta di aprire un conto corrente ad un soggetto fallito. Si reputa che questa situazione sia inaccettabile ed incivile. Inoltre ciò costringe il fallito ad avere un marchio a vita ed a nascondersi per anni. Il nostro programma prevede che per le banche sia obbligatorio per legge accettare l’apertura del conto anche di un soggetto che è fallito.

Responsabilità solidale tra committente e appaltatore

Nel ambito di un appalto, il Committente è responsabile solidalmente per debiti contributivi e di retribuzione dell’appaltatore. Tra l’altro ora potrà essere “aggredito” anche prima del debitore (ossia l’appaltatore). Quindi il Committente è onerato di richiedere e verificare tutta una serie di documenti tecnici, che tra l’altro non sempre è in grado di capire. Ma questo non libera il committente dal vincolo solidale verso l’appaltatore e subappaltatori. Inoltre, non esiste alcun obbligo di legge di fornire questa documentazione. Non solo. Il Committente risponde anche per una serie di situazioni che sfuggono completamente dal suo controllo (e che non sono evincibili dalla sola documentazione). Ad esempio: se un certo lavoratore è inquadrato part time mentre in realtà lavora a full time. Il nostro programma prevede che si oneri il Committente di obblighi chiari e limitati a ciò che è oggettivamente possibile, assolti i quali non sussiste responsabilità solidale.

Tassazione dei sindacati

Il nostro programma prevede di istituire per legge un obbligo di bilancio consolidato dei sindacati con certificazione legale e pubblicazione innanzitutto a scopi di trasparenza verso gli iscritti e verso i cittadini.

10. Riforma della Giustizia e misure per ridurre i costi dello Stato

In punto di Giustizia il nostro programma prevede quanto segue

L’indulto (estinzione della pena)

L’emergenza epidemiologica ha ancor più aggravato il sovraffollamento nelle carceri e peraltro ogni detenuto costa circa 130 € al giorno allo Stato. Il nostro programma prevede è procedere con l’indulto per chi deve scontare pene o residui di pena non superiori a tre anni e salvo che sia stata attestata la buona condotta. Comunque con esclusione di reati per mafia, omicidio, pedofilia, stupro, e rapina a mano armata.

Lavoro per i carcerati

Posto che il costo per mantenere in carcere la popolazione carceraria è di circa € 130 al giorno, il nostro programma prevede l’obbligo – e non la facoltà- al lavoro socialmente utile in carcere.

Libertà su cauzione per la carcerazione preventiva

Di 58.000 detenuti, 17.000 sono in attesa di giudizio. Il nostro programma prevede di introdurre la libertà su cauzione per chi è in attesa di giudizio- e quindi in luogo della carcerazione preventiva- ed a condizione che per la gravità del reato non si tratti di soggetto pericoloso socialmente. Questa possibilità porterebbe 3 benefici: – migliorare il problema del sovraffollamento delle carceri (per cui i detenuti avrebbero un trattamento più umano per i maggiori spazi); – abbattimento dei costi dello Stato di mantenimento dei detenuti; – ricavi dello Stato che potranno essere utilizzati anche per la formazione dei detenuti, di modo che la pena abbia realmente funzione rieducativa. Ci si rende conto che questa proposta possa creare delle situazioni di disparità. Tuttavia anche per coloro che non hanno la possibilità economica di pagare la cauzione, ci sarebbe il beneficio di essere detenuti in un luogo meno affollato e più vivibile nonché di beneficiare di fondi finalizzati alla formazione ed al successivo reinserimento sociale e lavorativo. Ne beneficerebbe altresì tutta la residua comunità, per i minori costi a carico dello Stato.

Processi civili, amministrativi e tributari da remoto in videoconferenze

L’applicazione delle nuove tecnologie rendono possibile l’esercizio giurisdizionale da remoto in videoconferenza, riducendo i costi sociali, mantenendo comunque la discussione ed il confronto tra le parti. Il nostro programma prevede di introdurre la videoconferenza come sistema ordinario di tenere un’udienza, con esclusione delle udienze testimoniali (dove bisogna garantire la genuinità della prova e la riservatezza).

Abrogazione delle norme introdotte in tema di prescrizione

La legge n. 3 del 2019 ha modificato l’istituto della prescrizione. Il nucleo della questione è se sia giusto perseguire i ritenuti responsabili di un reato dopo che sia trascorso un considerevole lasso di tempo e se il fatto che non ci sia più un limite non determini un aggravamento della lentezza dei procedimenti penali. Il nostro programma prevede di abrogare le riforme in questo campo, per dare senso al principio Costituzionale di ragionevole durata del processo.

Separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti

Il nostro programma prevede che ci sia una netta distinzione tra magistratura giudicante e magistratura requirente, in quando con il sistema attuale la terzietà del giudice non è garantita.

Responsabilità civile dei magistrati

L’indipendenza della magistratura non deve significare impunità ed irresponsabilità.. La responsabilità civile dei magistrati così come strutturata è solo virtuale, non reale. Inoltre con la legge Vassalli è stata prevista la responsabilità dello Stato in luogo della responsabilità personale del magistrato. E quindi l’errore grave di un magistrato viene pagato con la tassazione e diventa un costo per la collettività incolpevole. Il nostro programma prevede di introdurre realmente la responsabilità personale del magistrato che commetta errori gravi derivanti da incuria (oltre che per dolo) prevedendo altresì un’assicurazione obbligatoria come per altre categorie di professionisti: avvocati, medici ecc.