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Ho tentato di togliermi la vita a causa delle pressioni dello Stato italiano

Osteggiato dall’Agenzia delle Entrate, Alberto tenta di farla finita

Mantenere un atteggiamento positivo e continuare a essere fiduciosi quando è la legge stessa che ti assedia è molto difficile. Lo sanno bene i lavoratori a partita Iva che si trovano a dover pagare tasse anche quando non fatturano, a dividere una fetta troppo grande del loro fatturato con lo Stato italiano e a subire i ricatti dell’Agenzia delle Entrate.

La storia che riportiamo qui di seguito è quella di Alberto, un libero professionista nel campo pubblicitario, a cui tassazione e burocrazia hanno tolto ogni speranza facendogli tentare il suicidio.

La lettera

“Ciao, mi chiamo Alberto e lavoro nel campo pubblicitario da quando ero un adolescente. Ho iniziato da qualche lavoretto in diverse tipografie della mia città e nel 2001 ho deciso di aprire partita Iva quando ho sviluppato un sito di cinema e di conseguenza lavori extra da freelance.

Dal 2015 grazie ad azioni scellerate di soci e commercialisti, sono stato letteralmente massacrato dall’Agenzia delle Entrate che mi ha tolto oltre 100mila euro in data odierna. Ho iniziato a soffrire di ansia e insonnia e a sentirmi impotente, assediato da qualcosa che non potevo controllare. La situazione è peggiorata nel 2016 quando mia madre è venuta a mancare; contemporaneamente mia moglie chiede divorzio e diventa difficile condividere le giornate.

Tutto questo mi ha messo in ginocchio e il 15 agosto del 2018 ho tentato di togliermi la vita: non riuscivo più ad andare avanti e dover pagare ogni mese più di ciò che guadagnavo, con una compagna che approfittava di questa mia fragilità per farmi del male.

Sono stato salvato da due ambulanze, ricovero forzato, necessità di una diagnosi del dipartimento di igiene mentale e da lì antidepressivi. Non ero più il lavoratore entusiasta che tutti conoscevano, non ero più l’uomo libero che sono sempre stato.

Da quel giorno lottando contro ogni avversità, compreso il divorzio che proprio in questi giorni si sta concretizzando, ho cercato di vivere alla giornata. Pago fin dove arrivo a pagare, quando non ci arriverò più mi arrenderò al fato e all’azione quasi criminosa messa in atto dallo stato italiano che spreme fino all’impossibile chiunque abbia una partita Iva.

In Italia puoi andare avanti solo restando nelle zone grigie, io non posso, mi pagano solo dopo aver emesso fattura e se va bene 120 giorni dopo.”

Sopravvivere: ma come?

Alberto merita tutta la nostra solidarietà e il nostro supporto.

È vero, ognuno reagisce diversamente alle avversità e non tutti riescono a essere forti quando una serie di circostanze, lavorative e non, ti assediano contemporaneamente. Sfidiamo chiunque a resistere quando è la stessa legge, è lo stesso stato italiano in cui hai sempre creduto a toglierti pane, entusiasmo e dignità.

La nostra associazione vuole porre fine a questi soprusi e creare le condizioni per un mercato libero e meritocratico, in cui i lavoratori autonomi e con partita Iva possano godere dei loro guadagni, continuando a investire e portando al paese sviluppo e progresso.

Puoi leggere il nostro programma cliccando qui.

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