Ecco le storie di 3 attività partite dal basso e arrivate in alto
Ci sono cose che già sappiamo: l’economia è in crisi, le tasse sono troppe e i piccoli imprenditori vivono disagi sempre maggiori. Poi ci sono quelle che non sappiamo: ci sono tanti casi di persone che non solo sopravvivono ma arrivano al successo, grazie alle loro idee e alla loro tenacia.
Ci sono infine quelle che non sappiamo e che dovremmo sapere: queste tre storie di luce in un mondo di ombre.
Le “ClemenTime” al posto delle merendine
Un trentenne calabrese dopo aver girato il mondo e aver fatto diverse esperienze lavorative decide di tornare nella sua terra natia e si mette in società con un vecchio amico. Nella Piana di Sibari c’è una risorsa unica che non però si vende come prima: le clementine.
La loro intuizione è tanto brillante quanto semplice. Considerando che in Italia si consumano 500 snack al secondo (con 2500 distributori automatici) proporre questo prodotto come spuntino salutare e di qualità potrebbe essere un grande affare. Con un packaging eco-sostenibile, che contiene due clementine, propongono il prodotto a rivenditori e proprietari distributori di tutto il paese a un prezzo vantaggioso: ogni pacchetto costa quanto un chilo di prodotto al fruttivendolo. Il nome dello snack è semplice e brillante quanto l’intuizione: ClemenTime.
Il risultato? Un ottimo successo, con un incremento del fatturato di 5 volte in un solo anno. Il ragazzo calabrese poteva finire a chiedere qualche sussidio come molti suoi coetanei e passare le giornate a bighellonare per il paese e invece oggi è un giovane imprenditore: miracolo italiano e dimostrazione che anche al sud ci sono potenzialità da sfruttare.
Una masseria malmessa si trasforma in un Wine Resort di lusso
Nasce da un’idea originale quanto coraggiosa anche l’attività che una famiglia pugliese ha fondato nel 2003: la Masseria Amastuola. Quest’antica masseria è stata costruita nel 1400. Di proprietà di un’abbazia passa nei secoli a diverse famiglie nobili per poi essere recuperata dalla famiglia Montanaro di Massafra che ne fa un capolavoro.
Certo all’inizio l’intero edificio è malmesso e maltenuto, ma attraverso lavori di ristrutturazione e ammodernamento viene fuori un masterpiece di architettura italiana. La famiglia decide di farne un lussuoso Wine Resort, con due sale degustazioni, una biblioteca, camere confortevoli e i vigneti stupendi disegnati dal noto architetto paesaggista Fernando Caruncho. Il clima e la fertilità del terreno conferiscono all’uva una qualità unica ed è qui che si produce uno dei vini biologici migliori.
Quello che poteva essere un posto abbandonato come tanti è diventato una meravigliosa destinazione turistica, che regala ai suoi visitatori una full immersion nella tradizione enologica e culinaria pugliese.
La cucina tarantina spopola tra Milano e Torino
A volte basta chiedersi: cos’è che piace alla gente? Cosa posso esportare dalla mia piccola realtà in una grande città? Facile: la mia unicità!
A capirlo sono stati dei giovani della provincia di Taranto che dal loro piccolo borgo si sono trasferiti a Torino e hanno aperto un ristorante di successo. Ristorante che offre ai clienti solo piatti prodotti nel proprio laboratorio, tutto rigorosamente di tradizione tarantina, dai primi e secondi ai prodotti da forno, fino alla pasticceria.
Dopo l’apertura del primo ristorante hanno deciso di inaugurarne un secondo a sempre a Torino e poi uno a Milano. I piatti vengono apprezzati da locali e turisti, che vogliono immergersi nei sapori caratteristici di una località italiana, baluardo della tradizione culinaria e dell’unicità.
Esempio per molti
Sebbene molti di voi potranno vedere queste storie come delle “eccezioni” in mezzo a un mare di negatività e pensare che in fondo è stata solo questione di fortuna, è importante cercare di vedere le cose dall’angolazione migliore: molte queste persone partono dal nulla come noi. Hanno avuto la forza di rischiare e non hanno mai perso di vista il loro obiettivo. Hanno investito la loro professionalità e la voglia di fare nelle loro attività e sono riusciti a trasmetterlo ai propri clienti, fornitori e a quelli che dovevano credere in loro.
Hanno conservato quell’entusiasmo che spinge tutti a mettersi in proprio all’inizio ma che si tende a perdere con il tempo. Per noi partite IVA la nostra attività non è un bonifico che arriva a fine mese ma un partner nella vita, è la nostra creatura.
Difendiamola e soprattutto… non lasciamo che il sistema ci porti via l’entusiasmo.