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La stretta all’accesso al credito – Parte 3 – Social lending

Continuiamo il nostro discorso sugli strumenti di finanza alternativa che si stanno sviluppando (finalmente anche in Italia) per rispondere, almeno in parte, alle difficoltà di accesso al credito bancario.

La settimana scorsa abbiamo parlato di crowdfunding (finanziamento collettivo), oggi vediamo cos’è il “social lending” (prestito tra privati).

Si tratta di un prestito erogato da privati (prestatori/investitori) ad altri privati (richiedenti), attraverso piattaforme on-line specializzate.

Il prestito tra privati esclude l’intervento delle Banche e si svolge su internet, tra soggetti che non si conoscono direttamente e sono messi in relazione dalla piattaforma.

Sono dunque 3 i protagonisti del “social lending”: il richiedente che cerca un prestito online, il prestatore/investitore che finanzia quel prestito (o una parte di esso) e la piattaforma che mette in relazione i primi due soggetti.

L’operazione è piuttosto semplice e lineare:

  • il prestatore/investitore mette a disposizione una somma da investire; è possibile scegliere importi ridotti o più elevati e decidere a quali categorie di investimento aderire sulla base di criteri di rischio e di possibile rendimento;
  • il richiedente, a sua volta, fa una richiesta di prestito, specificando finalità, importo e durata desiderati; a ogni richiedente viene assegnato un rating (livello di affidabilità) che tiene conto anche delle informazioni del CRIF, la Centrale Rischi a cui si rivolgono anche le Banche, ma è comunque una valutazione autonoma eseguita dalla piattaforma: al rating corrisponderà il tasso di interesse da applicare al prestito;
  • a questo punto, il prestito è pronto ad incontrare le disponibilità di investimento/finanziamento degli investitori: ogni richiesta di prestito viene suddivisa in piccoli importi che fanno capo a diversi investitori in modo da diminuire il rischio d’insolvenza;
  • nel momento in cui una richiesta di prestito viene completamente “finanziata e abbinata” a richieste di investimento, la piattaforma di social lending accredita l’importo del prestito sul conto corrente del richiedente
  • i richiedenti ripagano il prestito attraverso rate (generalmente mensili) comprensive di capitale prestato e interessi maturati sul capitale
  • durante tutto il corso del prestito, la piattaforma di social lending gestisce il flusso dei rimborsi dai richiedenti agli investitori, la relativa reportistica e svolge (in forma diretta o attraverso società terze) attività di recupero credito su richiedenti con ritardi o insolvenze.

In questo meccanismo è evidente l’importanza del ruolo della piattaforma per il regolare e corretto svolgimento di tutta la procedura di finanziamento

Oltre alla semplicità e velocità del sistema di prestito, il “social lending” presenta anche altri vantaggi:

  • tassi di interesse inferiori alla media (che pur variando in base al rating del richiedente, rimangono generalmente sotto la media degli interessi dei finanziamenti bancari);
  • maggiore trasparenza della procedura (che rassicura gli investitori)
  • maggiore discrezionalità sulla scelta dei progetti e dei soggetti finanziabili.

I requisiti di base per richiedere un prestito sono: 

✔ avere la maggiore età 

✔ avere la cittadinanza italiana da almeno 3 anni 

✔ avere un reddito regolare e dimostrabile 

✔ avere un buon merito creditizio (non aver subito protesti o aver pagato in ritardo rate di altri prestiti).

Ovviamente anche con il “social lending” è possibile avere credito solo se si è sufficientemente “affidabili” come debitori, e la serietà della procedura richiede valutazioni rigorose, ma costituisce una via alternativa al credito bancario tradizionale, proprio perché l’affidabilità è valutata in parte diversamente rispetto ai normali Istituti di credito.

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