Stando ai rapporti del Cerved l’anno di ripresa per eccellenza per quanto riguarda le PMI è il 2017, che segnala insieme ripresa e solidità per le Piccole e Medie Imprese italiane. Queste rappresentano il 24% delle imprese che hanno depositato un bilancio valido e occupano oltre 4 milioni di addetti. In realtà, pur essendo il 2017 l’anno di cruciale stabilizzazione in positivo, il sostanziale miglioramento dei conti economici delle PMI dura dal 2012 e si è protratto positivamente verso un ulteriore slancio negli anni successivi e recenti. Tra queste, le PMI di impronta maggiormente internazionale sono quelle che nel settennio 2010-2017 sono state più virtuose nella crescita cumulata del valore aggiunto- 22 punti percentuali, ben 17 di differenza rispetto a quelle che hanno invece opposto chiusura verso i mercati esteri.
Il reale snodo cruciale da risolvere riguardava il dato afferente al settennio 2007-2014, il più crudo per le PMI che erano passate da 150 000 a 136 000, con un calo quindi del 10%.
LO SNODO DEL 2017
La propensione a investire nel 2017 cambia e subisce un miglioramento: il rapporto tra investimenti materiali e immobilizzazioni passa dal 6,3% al 7,8%.
Nel primo semestre del ’18 i fallimenti delle PMI hanno riscontrato un calo, e questo è certamente positivo, ma il dato è comunque meno positivo del riscontro sul calo dei fallimenti del 2017 (nello specifico, -19,6% e -2,8%, quindi parliamo di una differenza esorbitante).
Ma sempre tornando al 2017, questo ha fatto evidenziare una decisa accelerazione della dinamica dei fatturati che ha coinvolto orizzontalmente tutti i settori e a qualunque livello: infatti le grandi imprese sono quelle che hanno fatto segnalare una crescita significativa, del +6.4%. Ma se le grandi imprese tornano a ruggire nel 2017, il trend positivo vale anche per le PMI, in crescita del +5,8% nel caso delle PMI di medie dimensioni, meglio delle piccole, virtuose anche loro con un incremento del +4,7%.
Diminuisce anche- e questo è un altro dato positivo- il numero di PMI che chiudono l’esercizio in perdita, e in particolar modo sono le imprese di Medie dimensioni a limitare i danni più ancora di quanto non abbiamo fatto le piccole.
Avverte però il CERVED che il quadro per il futuro prossimo, quello che riguarda sia il presente che l’anno prossimo, è in realtà ancora legato a un quadro molto incerto.