Maurizio S.
37 anni
Pittore
- Maurizio, di cosa ti occupi?
- Sono pittore e imbianchino, specializzato in decorazioni artistiche.
- Da quanto fai questo lavoro e da quanto hai la partita IVA?
- Ho iniziato a fare questo lavoro all’età di 16 anni. Dopo diversi anni da lavoratore dipendente a maggio 2018 ho aperto partita IVA.
- Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a farlo?
- Ero sicuro della mia professione e mi sentivo pronto a mettermi in proprio. Ero arrivato a un punto in cui, nell’hinterland di Trento dove vivo e lavoro da sempre, mi ero fatto il mio giro di clienti e non volevo dividere i miei guadagni con nessuno.
Se un mese non ho incassato ma mi ritrovo a dover pagare un’imposta come l’acconto IVA come faccio se non ho nulla da parte?
- E con la tassazione e la burocrazia come ti sei trovato?
- Ho trovato le scadenze fiscali e la burocrazia in generale molto complessa e, trovandomi per la prima volta ad essere autonomo, l’unica soluzione è stata affidarmi a una persona che mi supportasse nella gestione di tutto.
- Un commercialista?
- Sì, interno all’Associazione Artigiani, dove ho trovato un valido supporto. È fondamentale avere qualcuno che ti segua così da vicino in una realtà burocratica in cui c’è poca chiarezza.
- E la percentuale delle tasse da pagare rispetto al tuo fatturato invece? L’hai trovata eccessiva?
- Fortunatamente non avendo guadagni esorbitanti ho potuto beneficiare del nuovo regime forfettario che impone una tassazione più leggera. È stato anche questo il motivo per cui ho deciso di mettermi in proprio, altrimenti ci avrei pensato due volte. È anche vero, però, che conosco colleghi di realtà più grandi che dopo qualche anno si sono ritrovati costretti a chiudere perché stremati dalle scadenze fiscali. Io sono nuovo nell’ambiente e per ora mi godo il momento.
La mia voglia di migliorare ed emergere sempre di più è aumentata.
- Le imposte che hai trovato più eccessive?
- IRPEF sicuramente. La mia fortuna è stata avere dei soldi da parte e poter affrontare queste scadenze. Quando sei un lavoratore autonomo e le entrate non sono sempre costanti puoi trovarti in difficoltà con le scadenze fiscali mensili: se un mese non ho incassato ma mi ritrovo a dover pagare un’imposta come l’acconto IVA come faccio se non ho nulla da parte?
- Bene Maurizio, a questo punto per essere equi ti chiederei i pro e i contro dell’avere partita IVA.
- Tra i pro ci sono sicuramente la gestione del proprio tempo libero, la possibilità di organizzarsi in base alle proprie esigenze e il non avere giornate routinarie ma sempre diverse. Ah e i guadagni, da dipendente sarebbe stato più difficile guadagnare così. C’è poi la soddisfazione personale: quando il tuo lavoro non è correlato al nome di un’azienda vieni apprezzato per quello che sei tu, per la tua precisione e professionalità. Da quando ho partita IVA e gestisco personalmente i miei clienti ho avuto tante soddisfazioni a livello umano, la mia voglia di migliorare ed emergere sempre di più è aumentata.
- È bello sentire qualcuno così soddisfatto del proprio lavoro. Ma per quanto guarda i contro invece, che ci dici?
- Oltre il casino burocratico di cui vi parlavo c’è ovviamente la paura di non farcela, di esser soli. La solitudine ha due facce: quella bella, che ti fa sentire forte e ti stimola verso l’iniziativa e quella che prevale nei momenti di incertezza e ti fa temere per il futuro. C’è poi l’impegno che va messo nell’autopromozione e nella ricerca del lavoro, un dipendente una volta assunto, non deve fare questo sforzo.
Per il resto ripeto: per me è stato fondamentale il supporto di un professionista altrimenti non ce l’avrei mai fatta. Appena aperta la partita IVA mi sono anche ritrovato sommerso di lettere e bollettini che mi chiedevano di pagare diverse imposte che poi si sono rivelate fasulle. Bisogna star molto attenti all’inizio!
- Pensi mai di espanderti e assumere personale?
- Con quello che costa assumere qualcuno? No. (ride)
E poi per ora mi piace lavorare da solo e non dividere i miei risultati con nessuno (Agenzia delle Entrate a parte).
- Siamo arrivati alla fine di quest’intervista. Quale consiglio ti sentiresti di dare a chi vuole mettersi in proprio?
- Crederci. Punto. Non sai mai quanto sei forte e di quali grandi risultati sei capace finché non ti butti.